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È IN ARRIVO UNA RIVOLUZIONE VERDE?

RIVOLUZIONE KAWASAKI

Domande (e possibili risposte) che possono nascere osservando il catalogo attuale della Kawasaki.

La gamma Kawasaki attualmente ricopre moltissimi settori: dalla moto per i principianti (la Z650 e la Verys 300) fino alla famosa Ninja ZX10R. Analizzando la storia moderna dei modelli della casa di Akashi possiamo affermare che, con l’avvento della H2R (moto rivoluzionaria, data la presenza di un compressore), il traliccio di tubi sarà un trend telaistico. Questa tesi è affermata dall’avvento della nuova Z650, erede della famosa e collaudata ER6n (avente già un telaio a traliccio) e della nuova Z900 (che ha sostituito la Z800, con telaio bitrave più tradizionale).

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La Ninja H2R: telaio a traliccio, monobraccio e tanti (troppi per un uso stradale) cavalli

I modelli che stanno in mezzo agli estremi rappresentati da H2R e Z650 hanno il solito telaio bitrave in alluminio. Personalmente, sorgono delle domande: come mai questa differenza di filosofia telaistica? Quali sono i vantaggi di una e dell’altra? Ma la domanda alla quale sto cercando sempre più risposta è: la prossima ZX10R sarà con un telaio a traliccio di tubi oppure bitrave?

Quest’ultimo quesito nasce osservando la scheda tecnica della Ninja H2R: il propulsore 4 cilindri in linea da 310 CV (che diventa 326 quando l’airbox va in pressione) è ingabbiato in un telaio a traliccio di tubi saldati da un robot interamente progettato e costruito dalla sezione robotica della Kawasaki Heavy Industries. Tutte le altre parti della moto in materiale pregiato (come la carenatura in carbonio) sono anch’esse 100% Made in Kawasaki. Questa tesi è confermata dalla presenza sul muso della H2R del logo delle industrie Kawasaki. Si tratta di un aspetto estremamente importante in quanto ogni singolo componente viene controllato al 100%, al fine di ottenere un prodotto dalla qualità eccellente. Oltre all’insolito telaio in traliccio di tubi, sulla H2R è presente anche il monobraccio, struttura quasi esclusiva del motociclismo italiano.
Quali sono i vantaggi di un telaio a traliccio di tubi se confrontato a un telaio più tradizionale? La leggerezza, la facilità costruttiva e la resistenza alle torsioni, il che si traduce in una grande stabilità anche alle altissime velocità. Non a caso, anche in MotoGP questa soluzione viene usata dalla KTM, progetto ancora acerbo ma che sta iniziando a dare i primi confortanti risultati.

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Il telaio della nuova entry level Kawasaki, la Z650

 

Alla luce di quanto detto, perché Kawasaki non crea la nuova ZX10R col telaio a traliccio?

Le spiegazioni possono essere diverse. In prima battuta, il mercato potrebbe non vedere di buon occhio una moto da più di 200 cv tenuta assieme da un telaio che ricorda, agli occhi dei più, il vecchio traliccio Ducati. Senza contare che sviluppare una moto completamente da zero è un processo molto lungo, della durata minima di 2 anni. Aspetto da non sottovalutare è anche il prezzo al pubblico: dato che tutte le SBK giapponesi hanno un prezzo simile, tra i 19000 e i 22000 euro f.c, sarà molto difficile essere in grado di creare un modello rivoluzionario top level di gamma mantenendo un prezzo comunque concorrenziale.
Una possibile altra spiegazione potrebbe essere data dai continui cambiamenti di regolamento della SBK: in un clima così mutevole, sviluppare un modello potrebbe essere inutile. Una terza ipotesi potrebbe essere, molto banalmente: se l’attuale ZX10R va molto bene e sta portando a casa mondiali costruttori e piloti, perché cambiare in modo così repentino? Oppure ha paura di fare come Ducati, la quale ha presentato un modello rivoluzionario (la Panigale) che, purtroppo, non ha ancora portato in Italia il titolo mondiale Superbike.

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Il traliccio della nuova Z900

Probabilmente, una superbike giapponese con telaio a traliccio potrebbe essere una ventata di novità nel palinsesto SBK, dove oramai Kawasaki e Rea monopolizzano il contesto. In questa competizione purtroppo si è perso lo spirito di una volta, dove il team privato sviluppava il più possibile il mezzo al fine di primeggiare.
Nell’industria motociclistica moderna, chi osa può vincere ma può anche perdere miseramente: un progetto sbagliato o comunque poco efficace porta a mancati introiti e un conseguente disastro. Io penso che Kawasaki abbia tutte le carte in regola per creare qualcosa di innovativo e di sorprendente, grazie alla sua enorme capacità produttiva e alle conoscenze apprese con il progetto H2. Spero vivamente che ci stia lavorando, sarebbe una vera ventata di innovazione, ora che anche la Ducati è passata dal bicilindrico al quattro cilindri a V.

 

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