Motospia

Calabria: un assaggio fuori dagli schemi  (parte prima)

calabria

Per un siciliano di Trapani anche soltanto arrivare in Calabria richiede più chilometri di quanti ne fa un milanese per andare nel Principato di Monaco. Per non parlare dei rischi che si corrono percorrendo la A20 Messina-Palermo…

La Sicilia è grande, ma è pur sempre un’isola. E noi mototuristi abbiamo una certa insofferenza ai confini, non ci facciamo fermare neppure dal mare. Perlomeno quando sono disponibili i traghetti, in mancanza del famigerato ponte. Niente di più facile, quindi, che farsi tentare dalla regione più vicina a noi siciliani: la Calabria.

Traguardo che in apparenza è vicino ma, per chi vive in provincia di Trapani, è comunque ad una distanza significativa. Per mettere le cose in prospettiva: da Milano si percorrono 300 km o meno e si arriva a Ginevra, oppure nel Principato di Monaco. In alternativa, si può andare a controllare se veramente esiste il Liechtenstein (vi anticipo che esiste, sono andato ad assicurarmene anni fa). Da casa mia, faccio 300 km e sono… a Messina. Con tutto il rispetto, non è la stessa cosa. In fin dei conti però, si viaggia per il gusto di viaggiare, la meta finale è secondaria.

calabria
Settentrionale Sicula.

Poiché voglio parlare della Calabria, sorvolo su questi 300 km siciliani, di cui vi racconterò in altre occasioni, magari parlando delle bellezze dei luoghi e delle strade che si arrampicano sui Nebrodi e i Peloritani, i monti del messinese. Rimandiamo ad altri articoli anche l’indignazione per le condizioni dell’autostrada A20, la Messina-Palermo, sulla quale sorvolare, nel vero senso della parola, sarebbe ideale. Invece, purtroppo, bisogna sorbirsi tutte le buche ed i giunti…che non giungono.

Facciamo quindi conto di aver già pagato i 24 euro di biglietto andata e ritorno per passare lo Stretto — il prezzo della breve evasione motociclistica dall’Isola — e di trovarci pronti a sbarcare sul territorio calabrese. Uscendo dal porto di Villa San Giovanni, i cartelli verdi che indicano l’autostrada tentano di catturarci. Ma resistere paga, è decisamente più gratificante scegliere la SS18. Un tracciato con pochi rettilinei e che si snoda praticamente sulla riva del Tirreno, con la Sicilia in bella vista.

La strada è stretta, ma le curve sono a vista e l’asfalto è stato appena rinnovato. Il dilemma è fra spingere in piega e godersi il panorama. Ma è un dilemma inoffensivo: qualsiasi decisione porterà gioia. Arrivare a Scilla è un ulteriore spettacolo e, se si ha tempo, vale certamente la pena di fare una passeggiata attraverso Chianalea. In questa borgata marinara le case confinano con l’acqua e nelle viuzze in salita vengono tirate in secco le barche da pesca.

Dopo Scilla riprendono le danze della statale 18.

Superata Scilla, la statale 18 riprende la danza tra le curve sul mare e ci porta a Bagnara, famosa per il torrone (Cundari, in via Nazionale, è uno dei riferimenti classici). La statale attraversa il paese, quindi s’inerpica sul costone ed offre viste mozzafiato. Poi si allontana dalla costa ma resta godibile fino a Palmi, dove conviene entrare in autostrada in direzione Nord. La parentesi di noia, sulla peraltro ottima A2, ha durata minima. Allo svincolo di Gioia Tauro siamo già fuori e scegliamo la SP1 che ci porta verso Locri, sullo Jonio. L’inizio è soft ma, passata Cittanova, il tracciato diventa decisamente interessante e conduce in quota, fino ai quasi mille metri dell’altopiano dello Zomaro. La Calabria è così: si voltano un attimo le spalle al mare e ci si trova in montagna. Nemmeno il tempo di abituarsi ai boschi, che si è già sull’altro mare.

calabria
Boschi sopra Fabrizia

Ed è esattamente quello che succede quando, dopo lo Zomaro, inizia la discesa verso lo Jonio. Vale la pena d’interromperla a Gerace. Bellissimo e piccolissimo borgo disseminato di storia, con numerose chiese edificate in pieno Medioevo, fra cui certamente primeggia la Concattedrale. Niente di meglio che parcheggiare le moto e godersi una rinfrescante granita di bergamotto, oppure un tè caldo, a seconda della stagione. Seduti ad uno dei tavoli esterni del bar Cattedrale (giusto per essere sicuri), la vista può scegliere fra la Basilica e le moto parcheggiate. Tutto quello di cui c’è bisogno.

Concattedrale di Gerace.

Da Gerace si riprende la divertente e sinuosa discesa verso il mare, raggiungendo finalmente la SS106 Jonica. La percorriamo verso nord fino ad imboccare la SS682, la SGC Jonio-Tirreno. Questa strada non ha particolari attrattive motociclistiche, fungendo da veloce scambiatore fra le due coste calabresi. Ma a noi serve percorrerne meno di 10 km per arrivare ad un piccolo borgo: Mammola.

Ancora a Gerace.

L’acqua migliore per lo stocco (stoccafisso) è a Cittanova e a Mammola. Così un pesce nordico diventa piatto tradizionale in Calabria!

Sconosciuto ai più, il paesino ha, in comune con la sopra menzionata Cittanova, una vocazione specifica: il pesce stocco, altrimenti detto stoccafisso. Quel merluzzo che tutti coloro che sono andati a Capo Nord hanno visto con gli occhi (e soprattutto sentito col naso), appeso a seccare su grandi rastrelliere costruite con tronchi d’albero, montati come a formare un’enorme tenda canadese.

Sua Maestà lo Stocco.

Ma che ci fanno i merluzzi norvegesi sulle colline della Calabria meridionale? Il segreto…è liquido: per essere consumato, lo stoccafisso dev’essere fatto rinvenire con l’acqua. Se questa è adatta, il gusto dello stoccafisso sarà migliore. Cittanova e Mammola vantano l’acqua più vocata alla bisogna ed offrono un prodotto di elevatissima qualità. Per questo, la sosta a Mammola completa il piacere motociclistico con quello gastronomico.

Una visita al Museo MuSaBa bisogna farla.

Inoltre, vale la pena di fare una visita al MuSaBa (www.musaba.org), un parco museo le cui colorate installazioni esterne avranno già attratto lo sguardo in avvicinamento a Mammola dalla SS682.

Il BeB a Mammola.

Per l’alloggio, un’opzione pluritestata è il B&B Scinà (www.scina.it) dove, con una spesa davvero contenuta, si fruisce di stanze accoglienti e moderne, ottima colazione e un ampio garage, accessorio che un motociclista gradisce particolarmente. Per la cena, invece, è inevitabile fare visita alla Taverna del Borgo (prenotare allo 0964/418942). Qui lo stocco viene presentato in tutte le forme ed il menu completo è capace di stroncare commensali con stomaco di provata capienza.

calabria
Taverna del Borgo.

Una delle cose più belle della serata, se il meteo è clemente, sarà coprire a piedi i 1.300 metri che separano il B&B dal ristorante, dopo aver sistemato la moto in garage. Premetto che non è agevole, la strada non è illuminata, mancano i marciapiedi ed è assolutamente necessario essere pronti a farsi vedere dalle rare auto che passano. Però, camminando nel buio pesto, il cielo ha una ricchezza di stelle che abbiamo da tempo dimenticato, che stupisce e che commuove. La passeggiata, inoltre, aiuta a digerire e metabolizzare il liquore al mandarino o alla liquirizia con cui si è chiuso l’opulento pasto. Domani siamo di nuovo in sella per un’altra sorsata di questa splendida regione.

Un tratto della SS501.

© 2022, MBEditore - TPFF srl. Riproduzione riservata.


Vuoi saperne di più? Di' la tua!

<strong>SCRIVICI</strong>

    acconsento al trattamento dei dati presenti nel form di contatto