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BARUFFE: questo succede in VOLKSWAGEN-AUDI

Uno scontro Apicale nel consiglio di amministrazione del gruppo Volkswagen. Piech e Porsche vogliono vendere Ducati, i sindacati che hanno paura di perdere lavoratori si oppongono. A noi questo scontro fra conservatori e ultraconservatori (avrete capito che in Germania i progressisti sono spariti) interessa perché in mezzo ci sono i destini della prima Casa motociclistica italiana, la Ducati di Borgo Panigale.

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All’inizio anno c’è stato un tentativo di vendita di DUCATI e altri assett, obiettivo ripianare la maximulta che il Governo USA ha imposto al Gruppo VW per la truffa commessa da questi taroccando i loro motori diesel per farli rientrare nei limiti imposti dalle omologazioni. Piech e Porsche non vogliono tirare fuori soldi, i sindacati, grandi azionisti di Volkswagen, pensano che se accettassero la linea degli imprenditori avvallerebbero subito dopo drastici tagli al personale in Germania, e con i tagli si bloccherebbe la ricerca sulla nuova mobilità su cui i sindacati avevano dimostrato forti aperture.

Convergenza di MOTO e AUTO con tecnologie aeree... vogliamo ricordare che l’acquisto di Ducati doveva essere strategico ed era stato fatto anni fa perché tutte le ricerche fatte dagli esperti di tutto il mondo concludevano dicendo che il veicolo del futuro sarebbe stato per massimo due persone, più stretto (unico sistema per rendere meno caotica la circolazione), più sicuro (e ancora non ci siamo), più pulito ed ecologico (si pensa all’elettrico ma bisognerà inventare un sistema per utilizzare l’idrogeno mente il veicolo va); alla luce di quello che esiste oggi viene immediato pensare a una convergenza di auto e moto a breve, mentre nel futuro si pensa all’utilizzo di tecnologie aeree.

Grande confusione in Germania sulla mobilità … e ci tocca da vicino perchè riguarda la prima casa produttrice di moto in Italia, la Ducati, utilizzata in uno scontro tra culture all'interno degli organi di gestione e vigilanza del più grande gruppo europeo dell'automotive, la Volkswagen. I più conservatori vogliono continuare a fare grassi utili vendendo le auto con motore termico che richiedono pochi investimenti per essere rinnovate mentre dall'altra ci sono fra i meno conservatori, gli innovatori, che vivono l'automobile e più in generale la mobilità futura con responsabilità sociale e ambientale e spingono perché si vada in quella direzione, costosa nel breve ma necessaria nel medio/lungo se vogliamo continuare ad avere un pianeta vivibile. Il ritardo dell'industria tedesca dell'auto verso una nuova mobilità è un fatto noto, se da una parte si strillano grandi risultati di vendita di veicoli con motore elettrico (succede in Cina dove altrimenti non potrebbero vendere le tradizionali berline di lusso con motore termico dai grassi profitti) dall'altra non ci sono idee e la vincono i conservatori pro benzina e diesel che guardano al profitto immediato.

Tornando a Ducati nei mesi scorsi …abbiamo seguito con attenzione le voci che riguardavano la possibile cessione ad  una platea piuttosto ampia di possibili pretendenti. La stampa ha citato H-D, Eicher (Royal Enfield) e perfino i cinesi di Leoncin. Le nostre informazioni davano in pole position Bonomi e la sua Investindustrial, da cui Audi l'aveva rilevata nel 2012.

Uno scatto della fabbrica Ducati di Borgo Panigale nel dopoguerra, oggi l’azienda impiega circa 1.600 persone ed è una delle realtà industriali più importanti in Emilia

Il consiglio di supervisione del Gruppo … che ha potere di veto sulle dismissioni, di cui 10 dei 20 membri sono espressione del potente sindacato tedesco dei lavoratori dell'auto, nega il consenso alla cessione che il board aveva approvato e impostato nei mesi scorsi. Ad aggiungere confusione sono le voci che arrivano dal Gruppo, che da una parte ha una "spada di Damocle" rappresentata dalle multe sul dieselgate statunitense e quindi l'esigenza di far cassa e dall'altra la necessità di reinventare la prossima mobilità tra modelli elettrici che non arrivano e i servizi di mobilità sostenibile.

Per la cessione di Ducati … le offerte vincolanti avrebbero dovuto essere presentate questo mese e finalizzate entro l'anno. La Reuters riporta cifre tra gli 1,3 e gli 1,5 miliardi di Euro: il doppio del fatturato e circa 30 volte l'utile che nel 2016 si è attestato a 51 milioni di Euro (-5% rispetto al 2015). “A questo punto è molto improbabile che i negoziati riprenderanno quest‘anno” dice una fonte interna al Gruppo Volkswagen aggiungendo che gli offerenti mostrano segni di impazienza. “Ci sono ancora differenze tra VW e Audi che devono essere superate e i sindacati sono ben lontani dal sostenere una vendita”.

Per procedere alla dismissione … è necessario che tutte le parti che gestiscono il Gruppo si siedano e discutano e infine decidano, ma ad oggi non ci sono incontri in programma fra VW, Audi, i sindacati tedeschi e magari anche la famiglia Porsche-Piech, che detiene una quota di maggioranza in Volkswagen ed è molto improbabile vengano convocati per discutere di un ben piccolo asset quale Ducati e i suoi 0,7 miliardi di fatturato (il fatturato del Gruppo Volkswagen nel 2016 è stato di 217 miliardi di Euro).

Si sta innervosendo … chi aveva fatto offerte per l'acquisizione (Edizione, holding dei Benetton, la statunitense Polaris Industries e Investindustrial, ex proprietario di Ducati, sono arrivati alle fasi finali della gara a luglio assieme ai private equity Bain Capital ed PAI Partners).

Ma le regole in Germania sono queste, e … chi volesse aggiudicarsi la Ducati dovrà aspettare.

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