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AUTOSTRADA -30% PER LE MOTO! PER SALVARE PIU’ VITE

Autostrada: Motospia.it vi dà in anteprima la notizia dell’imminente introduzione di una tariffa ridotta del 30% per tutti i motociclisti in possesso di telepass dedicato!

Se tutti i concessionari firmano, sarà dal primo di Agosto 2017!

Non è ufficiale, ci sono solo pochi dettagli da definire, ma pare proprio che questa sia la volta buona. Si parla da anni di abbassare le tariffe autostradali per le moto, perché occupano meno spazio delle auto, rovinano meno l’asfalto ed hanno un impatto sul traffico decisamente minore. Da anni associazioni industriali e sportive protestano su questa iniqua gabella perchè le moto sono costrette a pagare le stesse tariffe degli altri veicoli, fino ad oggi discorsi triti e ritriti, sentiti mille volte da decenni senza che nulla sia mai accaduto.

Sono meno di 7.000 i Km di autostrade in Italia, in questa mappa le principali

E’ così che Confindustria ANCMA, l’associazione di categoria che riunisce i costruttori italiani delle due ruote, lo scorso 20 giugno è tornata all’attacco rilanciando questa vecchia idea, mai abbandonata, sottolineando con forza come un incentivo all’uso delle autostrade da parte dei motocicli comporterebbe una forte diminuzione della mortalità in caso di incidente, con evidenti benefici effetti per tutta la comunità. Francamente il tema non ci ha mai appassionato più di tanto: chi scrive è un motociclista “da curve” che evita il dritto come la peste e che fa uso dell’autostrada quasi esclusivamente in estate quando fa lunghi viaggi ed il tempo a disposizione impone velocità nei lunghi trasferimenti e che ritiene che la battaglia per ottenere guard-rail più sicuri sia decisamente più importante e utile per la sicurezza. Ma se ci allontaniamo dalla nostra personalissima visione della moto e del suo utilizzo veniamo confermati nell’idea che, in effetti, la questione non è di poco conto, perché sono molti i motociclisti che fanno un uso intensivo delle autostrade, qualcuno, parliamo dei pendolari, ne fa, addirittura, un uso quotidiano.

In buona parte d’Europa le due ruote non hanno alcun pedaggio e, laddove previsto, è in misura ridotta. Parliamo di Belgio, Danimarca, Finlandia, Germania, Gran Bretagna, Lettonia, Lituania, Norvegia, Olanda e Svezia. Qui infatti, i pedaggi non esistono, mentre in Austria, Francia, Grecia, Portogallo, Serbia, Slovenia e Repubblica Ceca, le moto pagano tra il 30% e il 50% in meno rispetto alle auto. In Danimarca, Norvegia, Svezia e Gran Bretagna, tutte le autostrade sono gratuite, solo su alcuni ponti, gallerie o tunnel si pagano i pedaggi che prevedono una differenziazione tra le due classi di veicoli. Romania, Spagna, Svizzera e Ungheria è vero che hanno una tariffa unica, ma il costo pagato dagli utenti è di gran lunga più basso di quello in vigore in Italia.

Non dimentichiamo poi che le autostrade sono costruite solo a misura di auto. Non vi sono attrezzature o strutture pensate specificamente per i motociclisti, non vi sono autofficine o gommisti specializzati per le moto, caselli dedicati; insomma, i motociclisti vengono equiparati alle auto e solo nel (caro) pedaggio.

In merito alla sicurezza, Confindustria ANCMA porta dati importanti, forniti da ACI/ISTAST che fanno riflettere: un motociclista coinvolto in incidente ha quasi il doppio delle probabilità di sopravvivere se il sinistro avviene su un’autostrada piuttosto che su un’altra strada extra-urbana: ogni 100 motociclisti coinvolti in incidente, le vittime in autostrada sono 3,5, mentre su strade provinciali, regionali o statali il rapporto sale a 6,2, nonostante le velocità di crociera sulle autostrade sia mediamente superiore. Negli ultimi quattro anni sulle autostrade hanno perso la vita 577 centauri, mentre sulle altre extraurbane le vittime su due ruote sono state 1.260. In proporzione per il motociclista, secondo l’ACI l’autostrada è più pericolosa. Le motivazioni sono abbastanza ovvie, in primis, si viaggia tutti nello stesso senso, e poi, l’assenza di incroci e di attraversamenti pedonali o animali (a parte qualche disgraziato caso), l’assenza di curve e di ostacoli ai lati della carreggiata, come alberi o costruzioni, riducono di gran lunga la pericolosità degli impatti in caso di caduta, salvo i micidiali e pericolosi guard rail.

A dire il vero, gran parte del merito va anche al sistema Safety Tutor che, numeri alla mano, abbassando ed omogeneizzando la velocità dei veicoli in transito, ha ridotto in maniera importante la sinistrosità in autostrada (basti guardare la drastica riduzione dei morti sulla famigerata “Serravalle”).

Ma le spinte all’abbassamento dei pedaggi non provengono solo da motociclisti e costruttori motociclette, è di pochi giorni fa la notizia che anche il Consiglio regionale della Liguria ha approvato all’unanimità un ordine del giorno che impegna la giunta a muoversi nelle sedi di sua competenza per promuovere un sistema di pedaggio autostradale differenziato tra auto e moto.

Nonostante queste spinte intelligenti e positive in Italia non si riesce mai a fare nulla, perchè per i nostri politici, mettere mano alle tariffe autostradali pare essere un tabù, una di quelle cose tipicamente italiane che indigna tutti, che tutti a parole vogliono modificare, ma che nei fatti nessuno tocca, se non per i canonici rialzi prima delle partenze per le ferie.

Bisogna sempre far cassa, mentre la proprietà delle autostrade è dello Stato italiano, per il tramite del Ministro per le Infrastrutture e dei Trasporti, purtroppo la gestione è affidata alla concessionaria Autostrade per l’Italia, una Società per Azioni a capitale privato, incapaci di eludere le pressioni dei loro sponsor politici. Il gioco in Italia è sempre lo stesso, si rimbalzano la responsabilità, addossando ogni volta all’altro soggetto l’esclusiva responsabilità della decisione sulla questione.

Il sistema tariffario attualmente in vigore si basa esclusivamente sul numero degli assi; differenziare i pedaggi in base alla lunghezza del mezzo, come richiesto da molti, è attualmente impossibile, anche da un punto di vista tecnico. Quindi ci si nasconde dietro queste criticità per lasciare tutto com’è.

Noi di www.motospia.it vogliamo evidenziare due aspetti: primo, le moto sono facilmente “catalogabili” rispetto agli altri veicoli e quindi riservare loro una tariffa agevolata sarebbe immediatamente attuabile, in secondo luogo i dati non ufficiali fornitici da Autostrade, raccontano di un utilizzo abbastanza modesto delle tratte a pagamento da parte dei motoclisti, che pertanto incidono poco o nulla sugli introiti della società.

La più facile delle considerazioni ci porta a pensare che l’abbassamento delle tariffe per le moto sarebbe rapidamente riequilibrato dal maggior numero di motociclisti che fruirebbero dell’autostrada, così che il gestore, alla fine, potrebbe persino guadagnare da tale operazione. Tanto più se si pensa che quello italiano è il parco moto circolante più ampio d’Europa con oltre 6 milioni di veicoli.

Ma forse, è questa “la notizia”, siamo finalmente ad una svolta.

Incrociamo le dita…..e facciamo il pieno!

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