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ASTA V4: LA MOTO DI BAYLISS VALE IL DOPPIO DI QUELLA DI DOVIZIOSO

Le Panigale V4S usate nella Race of Champions, la gara dei campioni del WDW 2018, sono state messe all’asta, per valore d’aggiudicazione vince la moto  di Bayliss, icona australiana, a conferma che il popolo Ducati ama la storia, e molto meno il presente

WDW 2018, la grande festa degli appassionati della casa di Borgo Panigale, l’evento biennale che ha portato i clienti Ducati a Misano da tutto il mondo, persino dalla Cina, è stato il palcoscenico della Race of Champions: i piloti MotoGP e Superbike Ducati si sono sfidati sul circuito romagnolo cavalcando le nuove Panigale V4S, opportunamente modificate nella colorazione per l’evento. Le moto, dopo la gara, sono state autografate per essere poi messe in vendita sulla piattaforma Ebay.
Dopo una gara piuttosto avvincente, la vittoria è stata del collaudatore Pirro (che sviluppa le moto Superbike e MotoGP), a seguire il pilota Avintia Racing Rabat e il pilota del Team Barni Superbike Fores. A seguire, tutti gli altri piloti e, nelle retrovie, il pilota simbolo della storia Ducati Troy Bayliss.

Finita la gara sul circuito è cominciata quella sul web, l’asta, che NON HA fini di beneficenza (OCCASIONE PERSA, n.d.r.), rappresenta una delle nuove frontiere del marketing Ducati; a vincere a mani basse è stata la moto utilizzata dal pilota australiano Troy Bayliss. Il fatto clamoroso è la differenza della quotazione raggiunta dalla moto di Bayliss, oltre 120.000 Euro, seconda alla metà del valore di aggiudicazione è stata la moto utilizzata da Dovizioso, il pilota di punta della squadra ufficiale MotoGP 2018, che perso il campionato 2017 per pochi punti e ci riprova quest’anno.

BAYLISS
Le grafiche delle Panigale V4S usate durante la Race of Champion ( a destra, riga in centro, quella di Bayliss)

Il dettaglio delle offerte che si sono aggiudicate le moto (prezzo base della moto 27.890 euro):

Troy Bayliss: 120.350 Euro

Andrea Dovizioso: 62.400 Euro
Jorge Lorenzo: 57.800 Euro
Michele Pirro: 50.000 Euro
Marco Melandri: 48.200 Euro
Danilo Petrucci: 45.350 Euro
Chaz Davies: 45.050 Euro
Jack Miller: 43.050 Euro
Michael Rinaldi: 42.500 Euro
Tito Rabat: 41.050 Euro
Karel Abraham: 40.050 Euro
Xavi Fores: 40.005 Euro
Xavies Simeon: 40.000 Euro

La domanda sorge spontanea: perché un facoltoso appassionato Ducati ha speso oltre 100000 euro per la moto usata da un pilota in pensione come Bayliss e non da un pilota attuale della MotoGP o del mondiale Superbike?
Bayliss è l’incarnazione vivente della passione per Ducati: iniziò a competere nel motocross, ma poi non poté proseguire per mancanza di denaro; si rimboccò le maniche e lavorò come carrozziere per guadagnare abbastanza per ricominciare da capo; da lì, nacque il pilota pane e salame che vinse 3 mondiali con 3 moto diverse (998, 999 e 1098). Su di lui le storie si sprecano: pur di correre la seconda manche del GP d’Europa 2007 si fece amputare il dito mignolo della mano; è l’unico pilota ad aver vinto con Ducati sia in Superbike che in MotoGP, provata da lui nel weekend di gara (Valencia 2006); ha 49 anni ed è ancora estremamente competitivo nel campionato nazionale australiano, naturalmente su Ducati.

BAYLISS
Troy Bayliss al debutto in pista, su Kawasaki 250

Da un’altra prospettiva, la casa di Borgo Panigale non ha mai allevato piloti che potessero avere lo stesso spessore dell’australiano: i giovanissimi piloti di adesso hanno uno staff di primissimo ordine, con tanto di mental coach. Troy Bayliss appartiene alla vecchia scuola “dare gas e basta menate”.

BAYLISS
Troy Bayliss e il figlio, che concorre nella categoria 300cc australiana

I dati dell’asta delle Panigale V4S dovrebbe far alzare le antenne oltre che alla direzione sportiva anche all’ufficio commerciale e marketing di Ducati, oggi nelle squadre Ducati ci sono piloti decisamente poco sostanziosi: il viso e il sorriso acqua e sapone di Dovizioso non convincono, stesso discorso vale per la sfacciataggine e la schiettezza di Lorenzo. La parlata terraterra e l’accento ternano di Petrucci non bastano per far sorridere il popolo desmodromico; sul versante Superbike, Marco Melandri sa di ribollita e Chaz Davies, il britannico che parla italiano, non attira le platee, anche se del lotto è l’unico capace di far sentire qualche brivido, con il suo stile di guida aggressivo come nessun altro.
Il tifoso Ducati, purtroppo, coincide con questa tesi: è l’utente che deve sentire la frizione fare tintintin, ha la ducati bicilindrica con i terminali Termignoni aperti ed ha almeno una maglietta/adesivo/foto/casco/santino che ha a che fare con Troy Bayliss.

BAYLISS
La Panigale Final Edition di Bayliss usata nel campionato nazionale australiano

Il nuovo filone Ducati, a 4 cilindri, non convince, perché si uniforma a quello che è il mercato delle Superbike. La romantica storia della piccola factory bolognese che, con la sua passione e le idee sfidava e vinceva contro i colossi giapponesi, è finita.

La vera forza di Ducati, ora, sono i ducatisti, questo popolo meraviglioso che vive di ricordi e guida vecchi desmodromici con cinghie a vista.

È tempo che Borgo Panigale pensi sempre a loro, e non un giorno all’anno.

 

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