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AIRBAGMOTO, C’ERA UNA VOLTA IN CUI L’INDUSTRIA ITALIANA SI IMPONEVA COL DIALETTO VENETO

In questi ultimi anni le industrie di abbigliamento e componenti hanno sviluppato sistemi di sicurezza per veicoli e conducenti: l’ABS industrializzato in Germania da Bosch che con il passaggio all’Euro4 per le moto oltre i 125 cc è stato dichiarato obbligatorio, mentre prodotti come l’airbagmoto per i conducenti, un progetto tutto italiano e prodotto per primo da MOTOIRBAG, e a seguire Dainese e Alpinestars; un prodotto molto utile alla sicurezza attiva per i motociclisti che non è ancora stato preso in considerazione dalle autorità europee perché “non ancora sufficientemente testato”.

MOTOAIRBAG, il sistema di protezione dell’inventore del sistema airbagmoto

L’airbag per motociclisti è uno di quegli accessori che andrebbero promossi e meglio conosciuti: sono sistemi che, quando necessario, in frazioni di secondo creano una protezione aggiuntiva al motociclista.

Come per le assicurazioni, l’acquisto di airbagmoto avviene nella speranza di non averne mai bisogno, ma all’occorrenza è meglio averne uno, efficace ed affidabile. Certamente non risolve i grandi problemi di diseducazione degli utenti della strada né tantomeno i problemi delle strade stesse, ma si sono dimostrati in molte occasioni un aiuto concreto per evitare conseguenze peggiori.

Oggi si stima che 1 motociclista su 1000 utilizzi un sistema airbagmoto, numero che crescerebbe sensibilmente se venisse posta in essere una forma di incentivazione all’acquisto e all’uso di questo sistema: lo Stato perde qualcosa oggi per risparmiare molto, domani, ad esempio sui costi della sanità.

Su questo fronte qualcosa era stato fatto sotto elezioni: prima del referendum di dicembre il governo Renzi aveva promesso un incentivo, come già avviene in paesi come l’Inghilterra dove sui caschi scontano l’iva, ma la caduta del Governo italiano e il disinteresse delle istituzioni preposte (vedi Confindustria) non hanno finalizzato l’impegno.

Come per il più diffuso sistema air bag per auto anche il cugino per le due ruote utilizza un gas ad alta espandibilità per creare uno strato protettivo tra il busto del motociclista e l’ostacolo. La differenza rispetto alla versione automobilistica è che, in caso di intervento, l’automobile non può più procedere in sicurezza, ed il ripristino prevede comunque un fermo macchina, mentre nel caso del sistema airbagmoto questo problema non si pone. Una protezione attiva senza essere intrusiva.

I prodotti che voglio fregiarsi del titolo di air bag per motociclisti devono essere certificati, la Normativa Europea è la EN1621/4, che definisce gli standard per diventare un dispositivo di sicurezza di II° categoria..

La certificazione airbagmoto di MOTOAIRBAG

Sul mercato ne esistono sostanzialmente di due tipi, entrambi nati e cresciuti in Italia, che differiscono per il sistema di attivazione: meccanico o elettronico.

L’airbag per motociclisti, come avevamo detto, è un prodotto italiano. Nasce dall’intuizione di Fabio Colombo che 20 anni fa creava Motoairbag, con l’intento di realizzare un sistema efficace ed affidabile per offrire un più elevato livello di sicurezza ai motociclisti. Nel 2003 ha realizzato un sistema di esplosione a freddo, capace di gonfiare in sicurezza i cuscini che proteggono la parte superiore del corpo del motociclista. Il sistema di azionamento meccanico è affidato ad un cavo che collega Motoairbag alla moto con un moschettone assicurato ad una fascia applicata sulla sella. Quando il motociclista si allontana dalla moto oltre la lunghezza del cavo, con una forza di trazione superiore ai 15 kg, il sistema “spara” e i cuscini si gonfiano.

VZERO, il sistema più economico di airbagmoto proposto da MOTOAIRBAG

La variante elettrica è un progetto tutto veneto, gli attori Dainese e Alpinestars, che a onor del vero di Veneto hanno ormai poco: il primo è di proprietà di un fondo del Bahrain (Investcorp), il secondo ha il baricentro spostato negli Stati Uniti (per capirlo basta chiamare al telefono la loro azienda, oggi trasferita ad Asolo, dove facendo un prefisso italiano 0444, la telefonista risponde in inglese, (il nostro amico Sante Mazzarollo, il fondatore di Alpine Stars, pianista appassionato e convinto assertore della supremazia dei veneti e del loro dialetto con cui sempre si esprimeva, se non avesse abdicato, rivolterebbe l’azienda al suono di un brano di Chopin).

Mentre il sistema airbagmoto meccanico, poco affascinante non ha mai sollevato particolari rumors sui social, quelli elettronici sono oggetto di continui commenti, spesso non lusinghieri. La differenza tra i due è sulla superficie del corpo protetta e sulle modalità di attivazione.

Il sistema Alpinestars protegge con spessori gonfiabili sia la parte anteriore che posteriore del busto, ma è utilizzabile solo su capi compatibili. In caso di attivazione, il sistema di Dainese protegge schiena, limita l’inclinazione della testa rispetto al collo e riduce i movimenti del casco durante il rotolamento e si estende alla parte anteriore del corpo del pilota fino a coprire il torace.

Il cuore del sistema airbagmoto di Alpinestars Tech Air

Alpinestars funziona grazie a sensori posizionati sul capo di abbigliamento, vicino al corpo, in grado di determinare la prossima perdita di controllo di un pilota (o di un passeggero) o un impatto imminente attivando l’airbagmoto. Dainese funziona grazie alla comunicazione costante tra un dispositivo installato sulla moto chiamato M-kit ed il sistema inserito nella giacca chiamato J-kit che comprende oltre alle sacche gonfiabili un paraschiena. Questa architettura consente una più rapida risposta all’urto ma ne limita il funzionamento all’uso sulla sola moto in cui è installato il sistema M-kit (ad esempio, se scambio la moto con un amico il sistema non funzionerà). Solo di recente anche Dainese ha introdotto un sistema che lavora in modo indipendente, come quello di Alpinestars.

D|Aair il sistema airbagmoto di Dainese

Mentre dallo loro hanno grande fascino, i sistemi elettronici sono molto costosi e, secondo le informazioni in nostro possesso, non sufficientemente rodati per essere appoggiati da iniziative di sostegno né statali né tantomeno comunitarie. Fossero nati gli airbagmoto nella tedesca Bosch, che ha trasferito addirittura la sede due ruote in Giappone a Yokohama per essere più vicina fisicamente ai grandi player mondiali, avrebbero avuto un’accoglienza ben diversa dai mercati, perché imposta dalla politica europea notoriamente subalterna alla “Grande Germania”… ad Asolo converrebbe che il centralino aziendale rispondesse in tedesco.

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