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125 in autostrada:che ne sarà del nuovo CDS?

125 in autostrada

Nel maggio scorso pubblicavamo un articolo in cui rendevamo noto che il testo del nuovo Codice della Strada era stato approvato dalla Commissione Trasporti. Mancava quindi solo il passaggio nell’aula parlamentare (Camera e Senato) per la definitiva approvazione. Ora che il governo è caduto cosa succederà?

Solo pochi mesi fa il governo ci aveva promesso che a breve sarebbe stato approvato il nuovo Codice della Strada che prevedeva l’accesso in autostrada e tangenziale per i 125 guidati dai maggiorenni. Mancavano  infatti solo un rapido passaggio nelle aule parlamentari e la pubblicazione del testo definitivo sulla Gazzetta Ufficiale. Le previsioni erano che l’iter si sarebbe concluso entro la fine dell’estate 2019. Ora cosa succederà al testo che a metà maggio aveva approvato la Commissione Trasporti?

Certo, il Paese ha altre urgenze. Chiunque si trovi a governare avrà ben altri pensieri e ben altri problemi da risolvere prima di prendersi cura delle modifiche al codice della strada.

Noi vorremmo semplicemente ricordare a chi verrà, di qualunque colore sia la sua bandiera, che quelle piccole modifiche al codice della strada avrebbero potuto avere un peso importante per il nostro settore”. Probabilmente avrebbero ridato un senso ad una cilindrata molto importante per i produttori nazionali. E avrebbero permesso a molti cittadini di vedere semplificata la loro vita quotidiana.

Speriamo che il futuro governo porti avanti il progetto delle 125 in autostrada. E magari faccia anche qualcosa di meglio…

Preghiamo quindi i nostri futuri governanti di non dimenticare quanto si stava per fare di buono. E li preghiamo anche di pensare ad altri provvedimenti favorevoli al nostro mercato e alla comunità tutta. Parliamo degli incentivi alla mobilità sostenibile che già più volte abbiamo sollecitato. Mobilità sostenibile non significa soltanto ed esclusivamente “elettrico”.

Ci permettiamo di far notare a chi verrà, che un semplice cinquantino 4 tempi inquina infinitamente meno di qualunque auto. Forse anche meno di un’auto elettrica, se si fa i “conto” dell’inquinamento prodotto “dal pozzo alla ruota”. Inquinamento cioè che tenga conto dell’intero ciclo di vita del mezzo utilizzato e dell’energia prodotta per costruirlo, alimentarlo, smaltirlo.

Sarebbe quindi auspicabile che gli incentivi già previsti per i mezzi elettrici, siano estesi anche alle due ruote a basso impatto ambientale mosse dai tradizionali motori endotermici. Questo consentirebbe da un lato di far riprendere un settore, quello degli scooter di piccola cilindrata, dove gli italiani sono protagonisti. E dall’altro di eliminare una consistente parte di traffico urbano. 

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